Moschea dungana da Karakol
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Cosa vedere a Karakol in 48 e 72 ore: cultura, montagne e leggende


Karakol non è solo il punto di partenza per i trekking tra le Montagne del Cielo: è un luogo dove si intrecciano anime diverse – russa, cinese, kirghisa e uigura – in una cittadina tranquilla ai piedi dei Tian Shan. Se hai due o tre giorni a disposizione, puoi vivere un’esperienza completa tra architettura insolita, piatti speziati, sorgenti calde, escursioni a cavallo e montagne che sembrano uscite da una fiaba.

Un viaggio in Kirghizistan non è completo se non include Karakol e i dintorni

Karakol: cosa vedere e cosa fare in 48 e 72 ore

Giorno 1: Il cuore multietnico di Karakol

Per acclimatarti in questa remota città, passeggia senza fretta tra le case di legno di Karakol, magari iniziando dalla cosiddetta “strada russa”, con le sue abitazioni decorate da simboli slavi, aquile a due teste e bandiere ormai scolorite. Ti sembrerà di essere finito in un villaggio siberiano dove il patriottismo russo sopraffà l’anima kirghisa. Anche le altre vie periferiche di Karakol sono carine, con i giardinetti fioriti e le porte di legno risalenti al periodo coloniale russo.

A tal proposito, poco distante dalla strada russa si trova la Cattedrale Ortodossa della Santissima Trinità, in legno chiaro e circondata da un piccolo giardino fiorito, sullo sfondo delle Montagne del Cielo perennemente innevate. Noi l’abbiamo vista alla fine della funzione, quando grappoli di persone bionde e dai lineamenti slavi ne uscivano in piccoli capannelli con tranquilla dignità.

Subito dopo ripiomba in Asia visitando la Moschea Dungan, che sembra più un tempio cinese: fu costruita senza usare neppure un chiodo dalla comunità musulmana uigura fuggita dalla Cina. I tetti curvi all’insù, il legno azzurro, il silenzio ovattato: tutto qui racconta una storia di migrazioni e di resistenza. I dungani attraversarono le vette del Tian Shan per sfuggire alle repressioni cinesi solo per trovarsi, più tardi, a riparare anche da quelle sovietiche.

Nel tardo pomeriggio fai un salto al Bazaar di Karakol: è caotico, polveroso, pieno di spezie e di vita. Tra una bancarella e l’altra, assaggia l’ashlan-fu, una zuppa fredda e piccante di noodles, verdure e coriandolo che arriva anch’essa dai dungani della Cina. La zona più famosa dove mangiarla è Ashlan-Fu Alley, tra via Gagarin e via Juseav. Il miglior criterio? Scegli il locale con più kirghisi dentro. Con circa un euro potrai rimpinzarti di questo piatto molto particolare.

Zuppa kirghisa Ashlan-fu

Giorno 2: Da Karakol a Jeti-Ögüz – tra canyon rossi e leggende

Nella città di Karakol, in fondo, non c’è molto da vedere quindi il mattino del secondo giorno prendi una marshrutka dal bazaar in direzione Balykchy. Il prezzo è di circa 40 centesimi di euro, l’indirizzo di partenza è: Zhamansariev St, Przhevalsk, Kirghizistan. Dopo circa 40 minuti arriverai a Jeti-Ögüz, una vallata rossa e selvaggia. All’ingresso si ergono le celebri Sette Torri, imponenti formazioni rocciose di arenaria rosso fuoco. Poco più in là, la roccia del “Cuore Spezzato” racconta la leggenda di un triangolo amoroso finito in tragedia.

Fermati per una camminata nella Valle dei Fiori, tra pascoli verdi, conifere, yurte isolate e cavalli semi-selvatici. Il paesaggio qui cambia ogni pochi metri: dall’aria lunare delle rocce rosse si passa ai boschi alpini, ai torrenti gelidi e ai ghiacciai all’orizzonte. Vale la pena passare l’intera giornata a fare camminate immersi nei boschi di Jeti-Ögüz per ammirare gli scorci sulle rocce rosse. Se vuoi dormire nella natura, puoi trovare una yurta o tornare a Karakol in serata con una marshrutka qualsiasi in direzione Karakol.

Giorno 3: Escursione ad Altyn Arashan e relax nelle sorgenti calde

Alessandra Nitti a cavallo in Kirghizistan

Dedica il terzo giorno alla valle di Altyn Arashan, una delle più belle di tutto il Kirghizistan. Puoi raggiungerla a piedi o – meglio ancora – a cavallo, partendo dal sanatorio di Ak-Suu (raggiungibile con la marshrutka n. 350 dal bazaar di Karakol per circa 35 som). Le agenzie locali offrono escursioni a cavallo di un giorno.

Il sentiero si snoda tra foreste fitte, prati in fiore e ruscelli, fino ad arrivare alle sorgenti termali: vasche naturali in pietra, dove immergerti con vista sulle montagne innevate. Portati il costume nello zaino!

Se decidi di rimanere più giorni in questa fiabesca zona e sei in forma, allora ti consiglio di arrivare fino al lago Ala-Kul. Il trekking, tra salita e discesa, dura circa tre giorni e richiede un livello di preparazione intermedio. Se vuoi saperne di più, dai un’occhiata a questo articolo.

Dove dormire a Karakol

Noi abbiamo dormito alla guesthouse Asman-Too, una casa con giardino, camere a tema Harry Potter (sì, davvero) e colazioni enormi servite in una sala da pranzo immensa. Pulito, tranquillo e super economico (11 euro a notte in una matrimoniale). Indirizzo: Karasaeva Street 201, Karakol.

Come arrivare a Karakol e come muoversi

Alessandra Nitti in Kirghizistan
Le scogliere rosse di Jeti Öguz

Da Bishkek partono ogni giorno marshrutke dalla stazione ovest (Zapadnyy Avtovokzal): il viaggio dura circa sei ore e costa 350 som (circa 4 euro). Una volta a Karakol, puoi muoverti con marshrutke locali o taxi. Ti consiglio di prenotare questi ultimi utilizzando l’app Yandex, la versione russa e centrasiatica di Uber. Tuttavia, Karakol non è una città grande e le vie sono tranquille e piacevoli: anche spostarsi a piedi è consigliato per scoprire questa città così lontana da tutto ciò che conosciamo.

Se ami i viaggi lenti, le valli leggendarie e le architetture fuori dal tempo, Karakol è una tappa che ti resta nel cuore. È un luogo di frontiera, ma anche un piccolo crocevia di mondi, storie e sapori che non trovi altrove.

Leggi anche: Il mio viaggio a Karakol e sulle Montagne del Cielo: La via della seta a cavallo


Donna che viaggia sola


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